Prendo spunto dai molti articoli e lettere apparse sul Fotoamatore e su altre
riviste fotografiche per fare anch'io le mie considerazioni sulla "spinosa" questione
della fotografia digitale.
Da svariati anni oramai mi occupo di computer a 360 gradi, nel lavoro, negli
hobby e anche in fotografia. Nel 1983 (più o meno) mi sono avvicinato
all'informatica con un giocattolino chiamato COMMODORE 64 e già all'epoca
ho tentato qualche iterazione con la fotografia alla quale mi ero da poco appassionato.
Niente di trascendentale, per carità, solo dei semplici sandwich
tra immagini reali e grafismi ripresi dal monitor, creati con primitivi e banali
programmi che ora, viste le possibilità attuali, farebbero sorridere
o, più facilmente, sbellicare dalle risate chiunque.
Il mio lavoro, poi, mi ha fatto entrare a tempo pieno in questo ramo e mi è risultato
naturale seguire con estrema facilità tutta l'evoluzione dell' informatica
fino ad oggi.
"
Un computer su ogni scrivania !" era la parola d'ordine dell' IBM, all'epoca
leader incontrastata dei sistemi informatici del pianeta. Questo si è puntualmente
realizzato.
"
Un computer in ogni casa !" è ora l'obiettivo di Microsoft e, che
vi piaccia o no, si stà verificando puntualmente anche questo.
Dobbiamo renderci conto tutti noi che, volenti o nolenti, le grosse multinazionali
se vogliono farci usare un qualunque loro prodotto, conoscono tutti i sistemi
per riuscirci. Prendiamo, per esempio, il telefono cellulare: quanti di noi,
io compreso, hanno detto " NO! io il telefonino MAI !! ", costa, è ingombrante,
fa troppo “status symbol”, a me non serve. Bene, dice la Telecom
o qualunque altra azienda: Costa ? ... Abbattiamo i prezzi !; E' ingombrante?
... Lo facciamo piccolo, di tutti i colori e con forme simpatiche! ; Fa troppo
status symbol ? ... Lo facciamo diventare un gadget da ragazzi come le calcolatrici
o gli Swatch e lo facciamo usare a tutti !; Non serve? ... Volete mettere la
comodità di essere in contatto col mondo in ogni momento ?
Questo ragionamento, poi, può essere fatto con qualunque altro prodotto
e se ancora qualcuno si ostina a usare vecchie tecnologie, beh, semplice,
basta eliminarle dal mercato!
Quanti, per esempio, usano ("osano") ancora filmare in Super 8
con il continuo proliferare di telecamere di ogni tipo?
Torniamo alla fotografia. Non prendo nemmeno in considerazione affermazioni
semplicistiche del tipo: "Non si può e non si deve ostacolare il
progresso ... " visto che il "progresso" o meglio, le migliaia
di miliardi di dollari investiti da migliaia di aziende nei più svariati
settori, hanno ben altre destinazioni che essere ostacolati da qualche
privato (a meno che questi non abbia altrettanti miliardi di dollari da contrapporre
!!).
Diamo per scontato quindi che andremo sempre di più verso la possibilità (per
molti, l'esigenza) di visualizzare, trasmettere, manipolare, archiviare, copiare
le nostre fotografie con il computer che intanto avrà già preso
posto in salotto assieme (o, più verosimilmente, al posto) della
televisione. Forse non si chiamerà COMPUTER, forse non avrà nemmeno
la tastiera e forse sarà comandato con comandi vocali, ma vi assicuro
che dentro la scatola che lo conterrà avrà la sua bella CPU,
le sue belle memorie, e da qualche parte le sue belle unità di archivio
dati e fra questi ci saranno anche le nostre fotografie.
Ora, possiamo anche inorridire al pensiero che tra molti anni le nostre fotocamere
andranno in pensione, ma se facciamo in breve esame di come l'evoluzione
tecnologica ha cambiato il nostro modo di vivere ci accorgiamo che, se questo
avverrà,
sarà comunque indolore.
Andiamo indietro con gli anni, molti anni, troveremo stili di vita molto
diversi, primitivi per certi aspetti, che però, all'epoca, erano al passo con
i tempi, dai primi cavernicoli al 1997 data attuale. La scheggia appuntita
era un'innovazione tecnologica rispetto a chi usava ancora il sasso per cacciare,
la microfibra della maglia che indosso ora è un'innovazione tecnologica
rispetto alla lana.
Non dobbiamo dimenticare che alla fine quello che conta veramente è il
risultato, non il mezzo usato .
Il discorso è valido su tutti i campi, arti comprese. Anzi, proprio
dove noi troviamo lo spazio per esprimere i nostri sentimenti, per materializzare
le nostre idee, per comunicare con gli altri, il messaggio è la parte
fondamentale, assoluta. Sia questo una fotografia, sia questo un dipinto,
sia un brano musicale, sia una poesia, sia una danza, sia una scultura o sia
qualunque opera dell'essere umano fatto con qualunque "materia" o
mezzo esistente. Chi può poi impedire che questi "mezzi" coesistano
assieme? Pittura e grafica, fotografia e scultura, musica e poesia, o anche
tre o quattro "mezzi" tutti assieme. Chi si sente così superiore
da poter catalogare tutte queste forme di espressione solo in base al mezzo
usato.
Abbiamo molti esempi di "contaminazione": fotografie dipinte, Polaroid
trasferiti e manipolati, pittura con inserti fotografici, musica classica
con introduzione di sintetizzatori, musica rock con introduzione di seghe elettriche,
martelli pneumatici, orchestre sinfoniche, ritmi jazz, tam tam africani, laser,
video. VOGLIAMO ANCORA CATALOGARE ?? Dobbiamo ancora considerare l'arte una
forma espressiva con i suoi generi e dentro questi altri sottogeneri e
altre frammentazioni ancora ? E cosa succede quando qualcuno "osa" dipingere
sopra una fotografia oppure "osa" strappare la foto per ricoprire
una scultura oppure "osa" digitalizzare la foto per inserirla in
un ambiente virtuale? Dobbiamo creare ulteriori sottogruppi per ulteriori
divisioni?
Questa è la mia vera preoccupazione, la paura di non potermi esprimere
come voglio perché devo comunque entrare in uno specifico casellario
esistente.
Si sente spesso dire in tutte le inaugurazioni di mostre di vario genere
che c'è sempre la mancanza di novità.
Bene, Signori ! La fotografia digitale è una novità e ora stà a
voi usarla come arte o demonizzarla considerandola una contaminazione
di arti esistenti ma vi prego, non venite a preoccuparvi per il futuro. Il
futuro sarà ancora colmo di pellicole di ogni genere e sarà sempre
più saturo di individui armati dell'ultimo modello di fotocamera
(naturalmente tradizionale, autofocus, autotutto, costosissima) che tenteranno
di spacciare lo scattino domenicale come una grande foto solo perché è stata
fatta con un obiettivo da dieci milioni e la miglior pellicola esistente.
Ai concorsi fotografici iniziano ad arrivare foto elaborate ditgitalmente?
ERA ORA !! E ci abbiamo messo del tempo! Sono anni oramai che sono costretto
a spedire le mie elaborazioni solo ai concorsi che abbiano una piccola
nicchia specifica ! Alcuni fotoamatori sono preoccupati per le considerazioni
che le giurie dei concorsi possono fare su opere digitali ? La soluzione è semplice:
se la fotografia si evolve e i fotografi si evolvono trovo doveroso l'evolversi
anche delle giurie, cosi potranno abilmente distinguere un opera fotografica
complessa realizzata con un notevole sforzo concettuale, tecnico e artistico
da un banalissimo effetto bassorilievo realizzato in automatico da qualunque
programmino dimostrativo.
Se qualcuno ha paura di essere sorpassato e sente l'esigenza di rinnovarsi
ha ora a disposizione tutti i mezzi per farlo, ma se invece questa paura è dettata
da una carenza espressiva non sarà certo il computer a colmare questa
sua lacuna e non sarà certo una rivoluzione tecnologica la causa del
suo vuoto mentale.
Con questo voglio sottolineare quanto detto prima : il messaggio è la
parte fondamentale; e nessuno può sentirsi in diritto di tarpare la
creatività di chiunque cerchi nuovi linguaggi e nuovi mezzi espressivi.
Ezio Turus - 17/02/1997