Quaranta autori di tutte le età e di tutte le provenienze regionali si radunano attorno a una tavola virtuale condividendo un’intera giornata di pasti.
E’ un’occasione per riflettere sul personale rapporto quotidiano con il cibo, individuando i differenti stili di vita. Ma è anche un percorso intimo nella quotidianità della nostra variegata comunità di fotoamatori, in cui la qualità fotografica delle opere può essere molto meno importante e confortante della qualità dei rapporti umani.
Inaugurazione sabato 22 settembre 2007 ore 12.30 con presentazione di Silvano Bicocchi.
(le fotografie dell'allestimento sono di Simone Tomaselli)
Per il Polaser interpretare Moliere nelle sue commedie e' stato un po' come interpretare la vita nelle sue contraddizioni esistenziali, nelle sue sfaccettature piu' intime e intriganti, che la rendono unica, creativa e diversa nello stesso tempo.
Il Polaser", con i suoi artisti, cerca di trasformare l'immagine rendendola piu' umana", fuori dalla cruda schematicita' interpretativa che maggiormente la determina. Una immagine che a volte si mescola alla grafia, una grafia che non deve necessariamente interferire con l'immagine, ma, all'occorrenza, renderla piu' dinamica, piu' materica e piu' vitale, cercando di dare anima alla fotografia stessa.
In mostra 133 foto originali polaroid.
Artisti in esposizione: Marco Ancarani, Mario Baldazzi, Roberto Bazzani, Emanuele Benini, Guerrino Bertuzzi, Beppe Bolchi, Katia Brigiari, Luigi Cipparrone, Francesca Degli Angeli, Fabio Del Ghianda, Moreno Diana, Andrea Drei, Attilio Ferri, Francesco Garuti, Mario Ghetti, Gilberto Giorgetti, Fabio Iacuitti, Maurizio Leoni, Vito Lo Piccolo, Renzo Magri, Romano Margonari, Donata Milazzi, Carlo Minotti, Silvia Penazzi, Carla Ponti, Ermes Ricci, Simone Tomaselli, Ezio Turus, Massimo Vaccaro, Pino Valgimigli, Massimiliano Vassura, Gigi Vegini, Maria Vodarich, Marcello Volpi.
Patchwork alla villereccia (ricetta per tre persone)
Ingredienti:
Una penna (o una tastiera computer);
Sei foglietti bianchi (di carta o comunque scrivibile);
Una macchina fotografica (preferibilmente di tipo Polaroid);
Una molletta in plastica o bastoncino in legno;
Una matita o un pennino a china;
Una dose abbondante di impulsività artistica;
Una spruzzata di irrequietudine provinciale
Preparazione:
Prendete alternativamente a vostra scelta prima una penna e foglio bianco
(oppure un paio di mani con tastiera di computer), oppure una macchina fotografica
di tipo Polaroid con molletta in plastica o bastoncini o ancora una matita
oppure un pennino a china. Chiudete poi gli occhi e mandate a raccolta tutte
le immagini e le sensazioni che vi ricordano i confini della realtà in
cui vivete, soffermandovi in particolare su ciò che - soprattutto
da un punto di vista estetico - rappresenta il margine, il bordo del vostro
mondo (il Patchwork alla villereccia è particolarmente indicato quando
gli ingredienti sono frutto di organismi sviluppatisi nella cattività della
provincia operaia).
Iniziate formando dei singoli piccoli bocconi che dovranno
in ogni caso essere assaggiati singolarmente, prima della composizione dei
piatti. Una volta composti i piatti, i diversi assaggini possono essere gustati
in ben sei ordini diversi.
Il Patchwork alla villereccia esprime al massimo il suo sapore se ogni terzetto di bocconi viene composto in tempi e luoghi diversi e se poi, il tutto, viene spruzzato con un gocciato di ironia.
L’idea di una mostra di fotografie polaroid in omaggio ad Alberto Burri vuole essere un modo per avvicinarsi al linguaggio fortemente innovativo di questo artista, straordinario maestro del XX secolo, analizzando temi importanti della sua produzione: l’equilibrio, la composizione, elementi intimamente correlati al colore e alla materia. Il titolo trae ispirazione da una dichiarazione rilasciata da Alberto Burri:
“[…] Equilibrio delle forme che si pongono nello spazio […] equilibrio che può avere delle trazioni terribili da una parte e dall’altra però sempre equilibrio […]” (Alberto Burri da S. Zorzi, “Parola di Burri”, Umberto Allemandi & C., Torino, 1995, p. 32).
Il Gruppo Polaser ha voluto sperimentare un percorso che è partito dalla conoscenza della produzione dell’artista ed è approdato a personali e interessanti soluzioni, caratterizzate da immagini e forme tratte dalla realtà che ci circonda, dal quotidiano, dalla natura, dalla composizione di geometrie, atmosfere, colori.
Non quindi un’interpretazione o una lettura delle opere di Burri, lontana dalle intenzioni di questi artisti, ma una nuova ricerca.
Continuando a privilegiare le contaminazioni e gli scambi con altre forme d’arte, il Gruppo Polaser ha scelto come mezzo di comunicazione la fotografia polaroid - presentata in tessere singole o composte in mosaici, manipolate o no, tutte in originale - dalle potenzialità fortemente espressive.
In ultimo la mostra Equilibrio vuole rendere omaggio a Burri anche attraverso la fotografia, uno degli interessi coltivati da Alberto Burri, artista schivo e riservato, meno conosciuto come appassionato fotografo.
Gruppo Polaser/ Katia Brigiari
Cantina Produttori di Cormòns.
La Cantina Produttori è la più consistente realtà vinicola di Cormòns (Gorizia) nel cuore del Collio.
Accanto alla moderna struttura di produzione, mantiene intatta l'artigianalità e l'amore per la terra dei “piccoli” produttori che annualmente affidano qui i frutti del loro raccolto.
Le fotografie di Lorella Coloni e di Ezio Turus ne documentano l'intensa
attività e ricercano, tra le strutture, la bellezza delle macchine e delle azioni, mettendo sullo stesso piano estetica e funzionalità.
La ricerca si sviluppa quindi dal momento in cui l'uva matura sotto il
sole e viene raccolta dalle mani del contadino, per essere poi affidata
alle “mani”, dei macchinari adibiti alla trasformazione e produzione del
vino, all'imbottigliamento e alla vendita.
Ogni istante della lavorazione, oltre che rispecchiare l'assoluta professionalità del personale, racchiude in se una sua bellezza esteriore, nelle forme, nella luce e nella “magia alchemica” che
si sviluppa in questo processo.
In queste fotografie gli autori hanno voluto, appunto, raccontare esteticamente
questi momenti, non dimenticando che la Cantina Produttori, oltre che essere
una realtà industriale di primissimo piano, è anche una galleria d'arte permanente.
Famose per esempio, le Botti dipinte da affermati pittori o le sculture che
con noncuranza dividono lo spazio con gli attrezzi quotidianamente usati.
Per non parlare del Vino della Pace, unico al mondo: un vino prodotto dalle
uve coltivate nella vigna adiacente la cantina, che sulla stessa terra fa
crescere le viti dei cinque continenti, dando un vino che simbolicamente
contiene tutte le culture abbracciate dentro la stessa bottiglia, in un perenne
augurio di fratellanza.
Da sempre, quindi, l'arte è parte integrante di questa realtà locale, sottolineando quanto vicino sia il gesto di chi crea dipingendo a quello di chi crea spremendo l'uva: il prodotto più importante
di questo territorio.